Una città suddivisa in cinque distretti di cui solo uno continentale, una città multietnica che nella propria storia ha visto susseguirsi ai coloni Olandesi quelli Inglesi, una città che ogni anno ospita un numero di turisti che non ha eguali nel mondo.

E’ qui che è stato costruito il grattacielo più alto (l’Empire State Building, che ha visto sottrarsi il primato dal World Trade Center) ed è questo che viene considerato il centro del mondo.

Nell’immaginario collettivo New York viene dipinta una città caotica e disordinata eppure il fascino della Grande Mela continua ad attirare flussi di gente da ogni dove.

New York non è solo un centro finanziario, non è solo un polo turistico, è un vero e proprio centro culturale in cui tendenze diverse si mescolano così come si mescolano le etnie, un enorme tempio dell’umanità.

Si tratta di una delle tredici colonie che nella seconda metà del ‘700 si ribellò al dominio inglese e ottenne l’indipendenza. Il 13 settembre 1788 New York divenne la prima capitale degli Stati Uniti e nell’anno successivo vide l’elezione del primo presidente, George Washington. Da questo momento visse una velocissima espansione diventando ad oggi la città più popolosa degli Stati Uniti.

Grazie alla stesura di quella che fu una delle prime costituzioni al mondo (1787)  New York venne vista come simbolo di quella libertà che sembrava mancare oltreoceano e di quella forza di opposizione ai soprusi del conquistatore.

Due grandi migrazioni ci furono nel corso della storia, una tra il 1845 e il 1849 a causa di una grande carestia in Irlanda e un’altra proveniente da tutta Europa dopo la guerra civile. In questo contesto venne donata dalla Francia quella che doveva essere l’emblema visibile di tutti gli ideali che gli Stati Uniti incarnavano per la popolazione europea: la Statua della Libertà. L’inaugurazione si tenne nel 1886 e da allora la statua è soprannominata “Porta d’Ingresso”.

Il continuo flusso migratorio ha reso attualmente New York un agglomerato multietnico, una coesione di razze e popoli diversi che convivono andando ad occupare un territorio che pur di espandersi ha costruito “verso l’alto”.

Il fattore storico è andato quindi di pari passo con quello culturale, la particolare storia di questa città si è accostata alla storia europea in netta contrapposizione con essa e ha creato speranze di libertà e uguaglianza in quei popoli che cercavano nella “Terra delle grandi opportunità” un motivo di riscatto.

Il mondo rimase inorridito quando nel 2011 l’attacco terroristico al World Trade Center fece crollare le Twin Towers, il simbolo della potenza economica degli Stati Uniti. L’opinione pubblica sembrò vivere un momento di disorientamento, prendendo di mira un simbolo si temeva potesse essere stato colpita tutta l’organizzazione americana. Ma dopo questo episodio il quartiere è stato ricostruito, ora col nome di Ground Zero, e i tempi rapidi di ricostruzione hanno dimostrato nuovamente quanto il desiderio di reagire a certe violenze sia innato nella popolazione. O almeno se anche così non fosse è questo il messaggio che l’amministrazione ha lasciato arrivare alle nazioni straniere.

Il soprannome di “Grande Mela” venne data nel 1909 dallo scrittore Edward S. Martin che definì lo stato di New York un melo con le radici nella valle del Mississipi e i frutti a New York City. Da quel momento la metafora viaggiò fino ad essere estesa da alcuni musicisti jazz che definirono “rami” le città lontane mentre suonare a New York significava suonare nella Grande Mela.

Lo sviluppo economico si deve soprattutto alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando la borsa di Wall Street si pose a guida di quella che doveva essere la rinascita pacifica dell’intero occidente. Wall Street è un’arteria circondata dalle antiche mura ma con questo nome ormai viene indicato tutto il complesso finanziario americano che in un’epoca in cui la ricchezza è sintomo di stabilità, progresso e sviluppo è in grado di fare il buono e cattivo tempo nelle borse di tutto il mondo.

Riesce quindi facile immaginare come sia stata una catena di eventi a rafforzare sempre di più l’idea che per le vie di New York si possa respirare l’unificazione di tutte le culture e come per estensione sia diventata per tutti la Capitale del Mondo, o anche come viene chiamata Ombelico del Mondo, ad indicarne la sua centralità. Non per niente nel 1951 venne inaugurato il cosiddetto “Palazzo di Vetro”, la sede centrale delle Nazioni Unite, l’organizzazione forse più autorevole in tal senso. Ora il progetto si sta addirittura espandendo, con l’idea di nuovi edifici che possano ospitare l’aumento del personale e delle competenze dell’Onu. 

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