Tutto ebbe inizio da un gruppo di persone in rivolta contro la schiavitù, un gruppo di persone comuni, che rivendicavano semplicemente quei diritti umani che gli erano stati negati.
Agli inizi del 1850, questo gruppo di attivisti anti-schiavitù trovò appoggio in un gruppo di persone residenti nei territori a est degli Stati Uniti, persone realmente libere.
Fu in nome dello slogan “gratuito solo, gratuito labor, gratis speech, gratis men” che nacque il partito repubblicano, in opposizione a quelle forme di tirannia che riduceva la popolazione in schiavitù.

Nel 1856, i Repubblicani divennero un vero e proprio partito nazionale con la nomina del Presidente John C. Fremond. Quattro anni dopo nel 1860, con l’elezione di Abraham Lincoln, il partito Repubblicano guadagna notorietà divenendo così il maggior movimento politico del momento.
Il nome “Republican” fu scelto per la sua allusione all’eguaglianza e in ricordo del partito Democratico-Repubblicano di Thomas Jefferson.

Nel 1861 scoppia la guerra civile che durerà quattro lunghi e sanguinosi anni. Durante la guerra, il Presidente Lincoln firma la Proclamazione d’Emancipazione che rese liberi tutti gli schiavi.
I Repubblicani di quel periodo inoltre lavorarono all’emissione del 13° Emendamento, che mise fuori legge qualsiasi; forma di schiavitù; il 14° emendamento atto a garantire l’uguaglianza di fronte alla legge e il 15° che assicurava il diritto di voto agli Afro-americani.

Nel 1896, il partito repubblicano si vede schierato a favore del diritto di voto alle donne; quando finalmente il 19° emendamento fu inserito nella costituzione, ventisei stati su trentasei che votarono per tal emendamento, erano sotto il controllo dei Repubblicani. La prima donna eletta al Congresso nel 1917, Jeanette Rankin originaria del Montana, era di schieramento repubblicano.

Adesso il partito repubblicano è identificato dal caratteristico simbolo dell’elefante sebbene per un lungo periodo in passato fosse semplicemente identificato con l’acronimo GOP (Grand Old Party).

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