Dolcetto o scherzetto? Ebbene si anche quest’anno si rinnova la tradizionale festa di Ognissanti.

Il 31 ottobre orde di bambini bussano alle porte dei vicini alla caccia di caramelle e dolciumi, travestiti con i costumi più paurosi che riescono a trovare. Questa tradizione non è amata però solo dai bambini, e in quei paesi dove l’usanza di travestirsi è più radicata, come appunto i paesi anglosassoni e gli Stati Uniti, Halloween diventa una grande occasione di festa davvero per tutti.

La tradizione ha inizio nel 1973 ad opera di Ralph Lee, costruttore di maschere, nonché burattinaio del Greenwich Village. Probabilmente il Signor Lee non si immaginava che, andando di casa in casa per allietare con le sue maschere e i suoi burattini la giornata di bambini e conoscenti, avrebbe inaugurato un vero e proprio rito del divertimento.

Visto il successo di questa “passeggiata in maschera” di Ralph Lee, il Theatre for the New City gli chiese di riprodurre l’evento in scala più ampia, in modo da poterlo inserire nel calendario di “City in the Streets”. Grazie a questa commistione con il teatro di strada, la mascherata itinerante di Lee riuscì a coinvolgere moltissime persone, caratterizzandosi come un vero e proprio evento.

Con il tempo la sfilata divenne sempre più importante, si staccò dal teatro e divenne una manifestazione artistica senza fini di lucro.

A New York Halloween vuol dire Village Parade, una spettacolare parata che si svolge dal tramonto all’alba, lungo la 6th Avenue, dall’incrocio della Spring Street fino all’incrocio della 23rd Street. E’ la sfilata più importante di Halloween, giunta quest’anno alla 35^ edizione, una vera e propria festa collettiva che travolge le strade, riaccende la tradizione, diverte e fa divertire, nello scenario fantastico, quasi irreale, del Greenwich Village, uno dei simboli della Grande Mela.

Tutti possono partecipare, basta trovare il modo di esprimere la propria creatività creando personalmente un costume quanto più originale e stupefacente possibile. Ogni anno viene annunciato un tema cui ispirarsi per la realizzazione del proprio travestimento, e per l’edizione 2008 è stato scelto il più classico dei simboli di Halloween: il fantasma.

La festa inizierà il 31 ottobre dalle 19:00. Si svolgerà lungo la 6th Avenue dall’incrocio della Spring Street fino alla 21st Street. Le strade saranno sicuramente affollate e il consiglio è quindi di andarci presto.

La cosa che assolutamente non dovete dimenticare è il vostro bel costume a tema, il può originale e “terrificante” possibile, così come vuole la tradizione. Ricordate anche che durante la parata verrà assegnato il premio dell’ “Annual Villane Halloween Parade Costume Contest”.

Per partecipare occorrerà solamente sfilare ed essere notati da una giuria che assegnerà in seguito il premio.

Cenni storici

Ma da dove ha origine la tradizione di celebrare la ricorrenza di Ognissanti? Al giorno d’oggi infatti si presta attenzione solamente all’aspetto prettamente consumistico della “festa” anticamente però non era affatto così.

In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti che festeggiavano il loro capodanno con la fine dell’estate (Samhain). A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal “sacro falò” curato dai druidi a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara.

Nella dimensione circolare del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti (Tir na n’Og) si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.

I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi (questa era una tradizione che ho sempre visto portare avanti da mia nonna. La notte della vigilia di ognissanti lasciava la tavola imbandita per i cari defunti. Di solito alcuni piatti di spaghetti al sugo. La cosa curiosa è che la mattina dopo i piatti erano sempre vuoti come se qualcuno avesse consumato quel pasto per davvero….). Da qui l’usanza del trick-or-treating.

Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all’uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.

Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: “Dolcetto o scherzetto?” (“Trick or treat” nella versione inglese). Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse.

Infine, il nome “Halloween” deriva da “All Hallows Eve”,che vuole dire appunto “Vigilia di tutti i santi”, perciò “Vigilia della festa di tutti i santi”, festa che ricorre, appunto, il 1° di novembre.

Il cristianesimo, come già la dominazione romana, tentò di incorporare le vecchie festività pagane dando loro una connotazione compatibile con il suo messaggio.

Papa Bonifacio IV istituì la festa di tutti i santi; nella festa, istituita il 13 maggio 610 e celebrata ogni anno in quello stesso giorno, venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre due secoli le due festività procedettero affiancate, sino a che papa Gregorio III (731-741) ne fece coincidere le date.

Secondo altre fonti, fu invece Sant’Odilone di Cluny che nel 1048 decise di spostare la celebrazione cattolica all’inizio di novembre al fine di detronizzare il culto di Samhain. Quell’anno l’Ognissanti fu spostata dal 13 maggio al 1 novembre per dare ai cristiani l’opportunità di ricordare tutti i santi e, il giorno dopo, tutti i cristiani defunti (Commemorazione dei Defunti). Per questo nei paesi di lingua inglese la festa divenne Hallowmas, che significa “messa in onore dei santi”; la vigilia divenne All Hallows Eve, che si trasformò nel nome attuale, Halloween.

Si ebbe, inoltre, una recrudescenza di proibizionismo dal 1630 al 1640, quando la chiesa cattolica fece in modo di far sopprimere ogni festa di tipo pagano legata a questa ricorrenza.

Negli Stati Uniti le diverse tradizioni legate alla festa d’Ognissanti confluirono, fino ad arrivare alle consuete moderne celebrazioni.

Inizialmente era una festa regionale, le cui caratteristiche erano legate alle culture degli immigrati ed alla fede religiosa personale.

In epoca vittoriana furono gli strati più elevati della società ad impadronirsi della festa: era di moda, negli Stati Uniti, organizzare feste, soprattutto a scopo benefico, la notte del 31 ottobre. Era necessario eliminare i collegamenti con la morte ed amplificare i giochi e la parte scherzosa della festa.

Già nel 1910 le fabbriche statunitensi producevano tutta una serie di prodotti legati unicamente a questa festa. Prende in questo periodo la connotazione di “notte degli scherzi” o “notte del diavolo”, durante la quale ci si abbandonava all’anarchia ed erano ricorrenti gli atti di vandalismo, fino al punto da ritenere opportuno l’annullamento della festività.

Con la seconda guerra mondiale si fece leva sul patriottismo americano e la festa servì a tenere alto il morale delle truppe ed il vandalismo degli scherzi di peggiore specie venne eliminato.

Terminato il conflitto mondiale i bambini si impossessarono della festa, anche grazie alle aziende, che dedicarono a loro tutta una serie di costumi, dolci e gadget trasformando la festa in un affare commerciale. Alimentarono l’affare con storie di lamette nei dolci e avvelenamenti di caramelle fatte in casa, inducendo gli americani a volgersi verso dolci preconfezionati.

È usanza ad Halloween intagliare zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all’interno. Questa usanza nasce dall’idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti.

Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che nei tempi più remoti venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, oggi si pensa che queste vaghino nell’oscurità della notte per rivendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) e ne approfittano per usare il loro potere ad Halloween, quando quest’ultimo aumenta in misura maggiore rispetto alla loro normale paranormalità.

L’usanza è tipicamente statunitense, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l’uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell’Emilia-Romagna, dell’alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di zozzo.

Anche in varie località della Sardegna la notte della Commemorazione dei Defunti si svolgono riti che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d’oltreoceano, nel paese di Pattada si incidono le zucche e all’interno viene accesa una candela, in altri paesi si svolge il rito delle “Is Animeddas” (Le Streghe), del “Su bene ‘e is animas”, o del “su mortu mortu”, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni.

La leggenda narra anche di un ragazzo, “Jack”, il quale compiva solo atti malvagi, e che, quando morì, diventò un fantasma vagando con una lanterna ricavata da una zucca illuminata.

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